MAPPAMONDI

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BREVE STORIA DEL MAPPAMONDO

Cominciamo con un quiz: il Mappamondo è stato inventato ai tempi di...? 
  
- Alessandro Magno (356 a.C.- 323 a.C) 
- Cristoforo Colombo (1451 - 1506 ) 
- Giuseppe Garibaldi (1807 - 1882) 
  
La risposta è facile ma non facilissima, perché in fondo Garibaldi era detto “l'Eroe dei due mondi” e Alessandro Magno ha allargato i confini delle mappe geografiche del suo tempo spingendosi fino in India. 
Però il Mappamondo è un’invenzione dei tempi di Cristoforo Colombo. E a pensarci non potrebbe essere altrimenti, visto che coincide con la scoperta scientifica che la Terra non fosse piatta e dovesse essere rappresentata in un modo nuovo. 
Il primo Mappamondo fu costruito nel 1491, appena un anno prima che Colombo si imbarcasse per il suo viaggio. Realizzato in Germania dal cartografo Martin Behaim e dal pittore Georg Glockendon, era stato battezzato "Erdapfel", cioè "mela terrestre". 
L'esploratore genovese non avrebbe potuto portarlo con sé, trattandosi di un pezzo unico, ma in ogni caso non gli sarebbe stato molto utile: l'America non era stata ancora scoperta e quindi non compariva sulla mappa! 
Non era la sola svista. Quel primo Mappamondo era un'invenzione geniale e grossolana allo stesso tempo. Geniale perché si girava con la giusta inclinazione rispetto all'asse terrestre. Grossolana perché il Giappone appariva grande quanto l'Africa e in mezzo all'oceano vi erano segnate isole mitologiche come Atlantide. 
Dal 1491 a oggi, la tecnica di realizzazione delle mappe sferiche si è evoluta fino a diventare un'arte. Anche in un''epoca di cartografia iperdettagliata, gps e mappe digitali, resta la rappresentazione più fedele e "globale" del pianeta in cui viviamo. 
Ma soprattutto, il Mappamondo è diventato un simbolo universale di conoscenza e di pace. Nell'oggetto stesso, c''è anche qualcosa di poetico. Basti pensare a una delle scene più belle della storia del cinema: Charlie Chaplin che ne “Il Grande Dittatore”, gioca con un Mappamondo gigante fino a che non finisce per scoppiargli in faccia come a un bambino con un palloncino gonfiato troppo. 
E a questo proposito, alzi la mano chi non ha mai giocato a far girare il Mappamondo e poi fermarlo con un dito, immaginando di visitare il luogo segnato. 
  

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